03 aprile 2023

Fuori dalle mura

di Enzo Di Brango

Graecia capta ferum victorem cepit” sentenziò Orazio nelle sue epistole convenendo che “artes intulit agresti Latio”; insomma Roma si preparò a diventare impero grazie alla cultura sussunta dei greci. Due millenni dopo, messe da parte le ambizioni imperiali (fortunatamente) la letteratura neogreca ha molto da offrire ai lettori non solo romani. Parliamo di due opere poetiche di per sé molto diverse ma entrambe immerse in quella cultura ancestrale ellenica ricca di grazia e, anche per questo, facilmente fruibile “fuori delle mura di Atene”. 

A ciò è necessario aggiungere la perizia, la bravura e la capacità divulgatrice di Viviana Maglio Sebastio, traduttrice di entrambi testi qui raccontati. Le spesso incomprensibili leggi del mercato relegano, quando va bene, il traduttore in citazioni che troppo di frequente passano inosservate al primo sguardo (non è il caso tuttavia del volume edito da Ensemble che cita la Sebastio in copertina: rara avis di cui felicitarsi con la casa editrice) non rendendo giustizia a una categoria che non fa sforzo solo di conoscenza tecnica ma che, per rendere fruibile un prodotto letterario, spesso ricorre ad abilità artistiche che con leggerezza molti ignorano. 


27 marzo 2023

Linee spezzate. Storia di Agata

 

Titolo: Linee spezzate. Storia di Agata

Autore: Agathì Dimitrouka

Traduzione di: Giovanna Vacca

Editore: Palermo University Press

Anno: 2022

Pagine: 208


Titolo originale:
Πουλάμε τη ζωή χρεώνουμε τον θάνατο

Editore greco: Patakis





Με τον Αντάρη κόκκινο να τραγουδάει τα νιάτα 

(“Con Antares rosso che canta la gioventù”) Nikos Gatsos



Il molo di Leggi la Grecia ospita bella “gioventù”, quella di NIATA”, la collana che nasce all’Università degli Studi di Palermo col proposito di far circolare opere letterarie  della Grecia moderna, tradotte in italiano dai giovani laureati dell'Ateneo palermitano – "NIATA" in greco significa appunto “gioventù”

In loro rappresentanza incontriamo Giovanna Vacca, che ci propone la lettura di un’opera da lei stessa tradotta: Linee spezzate. Storia di Agata, di Agathì Dimitrouka. 

Buona lettura!

23 febbraio 2023

Il silenzio che parla

 


Titolo: Il silenzio è la mia lingua
Autore: Argyris Sfountouris
Traduzione di: Sarina Reina
Editore: Asterios 
Anno: 2022
Pagine: 160





λος ο κόσμος δεν βαραίνει όσο ένα παιδικό δάκρυ.
Nulla pesa più della lacrima di un bambino. 
A. Sfountouris 

Da: Λογοκρισίες (Logokrisies, 2014)



Il silenzio è la mia lingua, è un libro di Argyris Sfountouris, scrittore di origine greca, che ha vissuto il dramma dell’occupazione tedesca e dell'eccidio della popolazione di Dìstomo. 

Questo consiglio di lettura arriva sul molo di Leggi la Grecia grazie a Sarina Reina, la traduttrice dell’opera (pubblicata da Asterios in versione parziale).


Argyris Sfountouris non ha ancora compiuto quattro anni quando, il 10 giugno 1944, soldati delle truppe d’occupazione tedesca in Grecia, irrompono nel suo paese natale, dando inizio a un massacro che farà contare 218 vittime civili. A settant’anni di distanza Sfountouris scrive una serie di lettere a se stesso bambino per ripercorre i drammatici anni successivi all’eccidio di Dístomo, che lo videro ospite di orfanotrofi prima ad Atene e poi a Ekáli, fino al trasferimento a Trogen in Svizzera, presso un villaggio costruito appositamente per accogliere orfani di guerra da tutta Europa. 


30 novembre 2022

Gli Accartocciati - storie di infanzia, adolescenza e crescita




Titolo: Gli Accartocciati


Autore: Thodoris Koukias

Traduzione di: Constantina Mavrou

Illustrazione di copertina di Silvia Baroncelli

Editore: MIMebù

Genere: romanzo di formazione

Anno: 2022

Pagine: 208


Disponibile in e-book

Titolo originale: Το μουσείο των αποξηραμένων συναισθημάτων

Editore greco: Κέδρος





Se la vita ti tratta come una cartaccia, è ora di scriverci sopra la tua storia



Sono felice di poter ospitare sul molo di Leggi la Grecia, Constantina Mavrou, traduttrice e fondatrice di LEgGICICon la sua visita Constantina Mavrou ci porta in dono Gli Accartocciati, il nuovo libro di Thodoris Koukias, da lei tradotto per MIMebù edizioni.

Continuate a leggere il post e ne saprete di più dalle parole della stessa traduttrice (e chi meglio di lei?):

Nefeli sente di non appartenere a nessun posto e a nessun gruppo, a volte nemmeno a sé stessa. È come se i colori nella sua vita stessero sbiadendo, assorbiti da uno di quegli acchiappacolore che sua madre usa in lavatrice. La sindrome di Asperger ha fatto guadagnare a Ionas il titolo di adolescente più strano della scuola. Forse non è in grado di allacciarsi le scarpe o sorridere, ma ha un’intelligenza impressionante. E soprattutto non mente mai. Poi c’è Adela, bella e indipendente. Per lei solitudine e discriminazione non sono novità, dal momento che per i suoi compagni è solo “l’albanese”. Essere outsider avvicina i tre amici, ma li rende anche un facile bersaglio per chi si sente minacciato dalla loro diversità (dalla quarta di copertina di Gli Accartocciati).



05 luglio 2022

Un'Alba di libri dalla Grecia – consigli di lettura

Titolo: Alba
Autore: Thomas Tsalapatis

Traduzione di: Viviana Sebastio

Editore: MaMa edizioni (Produzione editoriale XY.IT)

Anno: 2022

Pagine: 64


Titolo originale: Άλμπα

Editore greco: Εκάτη





Ritornano gli annunci che segnalano le recenti pubblicazioni di letteratura neogreca in traduzione italiana.


Esordisco con un libro del cuore, di cui ho curato la traduzione. Si tratta di Alba, poesie e prose di Thomas Tsalapatis

Alba-Άλμπα, è proprio questo il titolo originale, in greco non ha significato, è soltanto un suono sul quale il poeta ha edificato la sua città e nel quale ha visto prender forma una ragazza. 

Il lettore italiano dovrebbe, quindi, svestirsi dei significati e significanti che accompagnano la sua "Alba" per ricucirsene di nuovi nel territorio plasmato da Thomas Tsalapatis.


“Alba” è edito da MaMa edizioni (Produzione editoriale XY) ed è stato presentato al Salone del libro di Torino e al BA Book festival, in presenza dell’autore. L’introduzione è a cura di Davide Rondoni.


"C’è una tensione costante nella scrittura di Thomas Tsalapatis. Una tensione che ritroviamo anche in questo libro, nel quale, come già per L’alba è un massacro signor Krak, l’autore ricorre alla forma breve, quasi a sfidare le stesse leggi gravitazionali della poesia e del racconto, con l’obiettivo di trascenderle entrambe per restituire il senso di un lavoro atto a sottrarre. A sgravare peso all’esistente, affinché possa magari lievitare", scrive Gianluca Minotti


Per Donato Di Stasi "potremmo definire queste pagine poema d’amore e poema del nostos, narrazione metafisica e racconto paradossale, antropologia dello sguardo e notazione oggettiva: Alba è un poliedro che non smette di rifrangere la luce" (su Leggere:tutti).


E su Alias, Franco Ungaro intervista l'autore a questo >LINK<




Titolo: IL NUMERO 31328

Autore: ILIAS VENEZIS

Traduzione di: Francesco Colafemmina

Editore: Edizioni Settecolori

Anno: 2022

Pagine: 367


Titolo originale:
Το Νούμερο 31328

Editore greco: Ν. Θεοφανίδη-Σ.Λαμπαδάρη, Μυτιλήνη/Αθήνα

Prima edizione: 1931



Del romanzo di Ilias Vezenis ce ne aveva parlato proprio qui Litò Seizani, nell’attesa e nella speranza di una versione italiana che è arrivata in quel di maggio.


Dalla pagina della casa editrice Settecolori:


31 maggio 2022

Il posto della memoria

"Quando un tempo il mondo ancora non esisteva, c’era solo cielo. Aria e cielo.

Le uniche creature viventi erano gli uccelli, migliaia, milioni, miliardi di uccelli che popolavano il firmamento con il loro incessante volo.


Più antiche di Crono, dei Titani e della Terra, 

gli uccelli giravano nell’aria, il loro frullio e il loro canto riempivano il cielo di suoni assordanti. Suoni di miliardi di uccelli ovunque.


Tra queste creature c’era un’allodola che un giorno perse suo padre. 


All’alata creatura si pose un grave problema: non c’era suolo per seppellirne il corpo, perché il mondo ancora non esisteva. 


L’allodola disperata pensò e ripensò, 

finché trovò la soluzione, seppellì il padre nella parte posteriore della sua testa. 


Quello fu il principio della memoria.


Prima di allora nessuno poteva ricordare nulla. Le creature volavano in cerchio. 

Di continuo volavano in un enorme cerchio."





Questa è un'antica storia che si ispira tanto a “Uccelli” di Aristofane – il quale, a sua volta, si ispirò a una favola di Esopo, mai giunta ai giorni nostri – quanto a “The Beginning Of Memory”, brano dell’eclettica Laurie Anderson.


A cura di Viviana Sebastio, testo e voce, e di Federica Reale, illustratrice.


24 gennaio 2022

I limiti della violenza - Ilias Venezis


Titolo: Matricola 31328

Autore: Ilias Venezis

Traduzione di: in cerca di editore

Traduzione diFrancesco Colafemmina

Editore: Settecolori (2022)

Genere: romanzo 


Titolo originale: 
Το νούμερο 31328

Editore greco: ESTIA





Lito Seizani ci offre la sua colta lettura di traduttrice e poetessa del romanzo Matricola 31328 (che credo sia ancora inedito in Italia), attraverso il quale l'autore, Ilias Venezis, rievoca i tragici eventi che travolsero l'Asia Minore nel 1922. 


 

Matricola 31328 di Ilias Venezis è un libro che leggevo da adolescente. In quegli anni ho letto tutti gli altri libri dello stesso autore che appartenevano alla cosiddetta "Generazione degli anni Trenta" greca. Furono pubblicati in piccoli volumi con copertina rigida dalla casa editrice Hestia e sono dei capolavori. Si possono ancora trovare nelle librerie.

Ho trovato il coraggio di ricominciare a leggere Matricola 31328 qualche giorno fa e, dopo le tre prime pagine, mi sono resa conto che non riuscivo ad andare avanti. All'improvviso mi è tornato in mente tutto ciò che avevo spinto lontano nell'inconscio, in aree desertiche molto simili a quelle descritte da Venezis nel suo libro dove lui stesso e i suoi compagni furono fatti prigionieri, o "schiavi" come dice lui, dai turchi. Costretti a camminare nell’entroterra del Paese, camminando per giorni e mesi, per raggiungere i crudeli "Amele taburu" o "Battaglioni di lavoro".

Alla fine, ho deciso di rileggere l'intero libro. Dopotutto mio nonno e suo fratello, giovani ragazzi greci di Smirne a quel tempo, avevano subito la stessa cosa. Finora pensavo che i limiti della violenza fossero stati indagati da Aleksandr Isaevič Solzenitsyn in Una giornata di Ivan Denisovič (Einaudi, 2017, ndr) e da Jung Chang in Cigni selvatici (Longanesi, 2014) e invece no. I limiti della violenza tra gli umani, o meglio di animali selvaggi e feroci su animali indifesi, sono meglio descritti da Venezis.



21 dicembre 2021

Feste natalizie e prelibatezze letterarie

 



Siete a corto di idee regalo per il Natale e il tempo stringe?

Vorreste leggere più letteratura neogreca o ampliare i vostri orizzonti letterari guardando verso Oriente?

Eccovi una lista di libri greci, pubblicati in traduzione italiana negli ultimi due anni:





Il racconto di Giasone. Ricordi dal tempo di Chirone (gennaio 2020) 
di Vassilis Vassilikos
Traduzione di Gilda Tentorio
Argo Editrice (Lecce)

"Il racconto di Giasone è l''opera prima (1953) di Vassilis Vassilikòs, forse il più grande prosatore greco vivente, certo il più famoso, grazie anche all'enorme popolarità ottenuta dalla trasposizione cinematografica di Costa-Gavràs del romanzo Z, Anatomia d'un crimine politico. Oggi il gioiello narrativo di Vassilikòs viene finalmente presentato al lettore italiano nell'elegante versione di Gilda Tentorio in tutta la sua intatta freschezza. La rivisitazione di uno dei miti più celebri dell'antichità classica è ancora lo scenario ideale per misurarsi con i drammi della modernità, a partire dalla solitudine dell'uomo contemporaneo, il tutto scandito entro un ritmo scrittorio che fa avvertire i tempi della perfezione".
(Copertina strepitosa grazie ad Alekos Fassianos).


Il libro di Katerina (settembre 2020)
di Auguste Korteau
Traduzione di Michela Corvino
Edizioni Nutrimenti

"Katerina Chorianos nasce a Salonicco il Giovedì Santo del 1953. Cresce in una famiglia nella quale il benessere non manca – una grande casa sul lungomare, scuole private, insegnanti di lingue, sport, gite in automobile, vacanze estive – ma all’ombra di due genitori dall’indole ruvida e ingombrante: da una parte la kyra Irini, insensibile e fredda, “che aveva patito stenti e umiliazioni, vissuta e invecchiata senza conoscere la gioia dell’amore”; dall’altra il padre Minas, severo e irascibile, un uomo “tutto d’un pezzo a cui non potevi estorcere nessuna tenerezza”. Katerina ha due fratelli e una sorella: con Aghis è amore ai limiti della morbosità, con Miron e Kliò è una guerra quotidiana fatta di piccole e grandi crudeltà. E poi, come una spada di Damocle, aleggia sull’intera stirpe dei Chorianos uno spettro: la minaccia oscura della malattia mentale.
Auguste Korteau trasforma sua madre in protagonista e voce narrante di un emozionante romanzo familiare, doloroso ma mai cupo, anzi ironico, spesso sfrontato. E ripercorre così, grazie al racconto vivace e inquieto di “Katerina la pazza”, la storia di una famiglia, di un paese, e soprattutto di una donna capace di straordinari slanci e vittima di fragilità estreme, a cui neanche l’amore sviscerato per il figlio riuscirà a risparmiare la sofferenza di un destino inclemente." Disponibile anche in e-book.

19 dicembre 2021

Natale in poesia



Quest’anno sono piuttosto in ritardo con le mie proposte di lettura da mettere sotto l’albero, o accanto al presepe, o da abbinare a un buon augurio per il nuovo anno

Provvedo subito iniziando da recenti pubblicazioni di poesia – seguendo il loro ordine di uscita in libreria:


Tutte le poesie di Konstandinos Kavafis

A cura di Maria Paola Minucci
Donzelli Editore 

Perché così silenzioso? Interroga il tuo cuore: quando ci allontanavamo dalla Grecia non gioivi anche tu? Perché ingannarsi? – questo non sarebbe degno di un greco. Accettiamo la verità una volta per tutte: siamo Greci anche noi – cos’altro siamo? – ma con amori ed emozioni d’Asia.



Donzelli (2019) pubblica, grazie al lavoro di Paola Maria Minucci, tutte le poesie del poeta alessandrino, comprese quelle fino ad oggi mai pubblicate in italiano. “Alle 154 poesie riconosciute si aggiungono 74 poesie nascoste, per la maggior parte inedite, che Kavafis riteneva di dover conservare ‘segretamente’, ‘testi da non pubblicare ma da conservare’, come lui stesso annotava, e 27 poesie tra le prove poetiche più antiche, che aveva poi rifiutato negli anni successivi. È lo stesso Kavafis a riconoscere a questi testi una grande importanza, quando arriva ad affermare che è solo da ciò che ha rifiutato che sarà possibile conoscerlo davvero.” 


Paola Maria Minucci ha ricevuto, per quest'opera, il Premio "Benno Geiger" dedicato alla traduzione poetica.


La recensione di Roberto Galaverni e l’intervista alla curatrice del volume le trovate >>QUI<<


Bianche macule sopra il bianco di Giannis Ritsos

Traduzione di Maria Caracausi

Edizioni: Torri del Vento



“Fin da piccoli, per colpa di una cattiva educazione o forse soltanto per inconsapevolezza, incorriamo tutti nello stesso grande abbaglio: crediamo di essere noi stessi a scegliere i romanzi o le poesie che leggiamo. E invece non c’è niente di più sbagliato, perché sono sempre le storie, sono i versi, che ci trovano, che conoscono il momento giusto per rivelarsi e farsi leggere.

Pensate, allora, che emozione sarà stata per la neogrecista Maria Caracausi quando un anno fa, durante le sue ricerche d’archivio, le è apparso davanti un plico di poesie di Ghiannis Ritsos, inedite e sconosciute: è saltato fuori come se attendesse proprio quel momento per farsi finalmente leggere. Da lei e - grazie a lei, oggi - da tutti noi. 

Quelle poesie sono state raccolte nella silloge «Bianche macule sopra il bianco», pubblicata a dicembre nella collana Agapanti della casa editrice Torri del Vento, che da due anni raccoglie preziosi testi di scrittori greci contemporanei come «La tentazione della nostalgia» di Titos Patrikios o «L’aureo cocchio» di Nikiforos Vrettakos.

Sono tutti brevi componimenti dell’ultima stagione della vita di Ritsos. Una vita molto travagliata, che lo ha visto perennemente in lotta sia privatamente, contro la malattia, sia pubblicamente, contro le dittature che nel corso del Novecento hanno dilaniato la Grecia [...]”.


Continuate a leggere l'articolo di Mario Marino, con un click >>QUI<<


17 settembre 2021

Una voce sottile dal Dodecaneso

 

Titolo: Una voce sottile


Autore: Marco Di Porto


Editore: Giuntina


Anno: 2020


Pagine: 160




Pochi giorni fa, ho iniziato a leggere "Una voce sottile", romanzo di Marco Di Porto (Giuntina) ambientato nella Rodi degli anni Trenta del Novecento. 

La scrittura limpida, la narrazione fluida mi invogliano a proseguire nella lettura. L'atmosfera gioiosa delle pagine iniziali, l'armonia della vita isolana, non fanno presagire i tragici e dolorosi sconvolgimenti epocali che tuttavia sono fulcro del romanzo.

Dopo essersi dedicato a un'accurata ricerca storica, l'autore ricostruisce e ci restituisce in queste pagine la storia della sua famiglia e di una comunità intera. 

Per avvicinarci alla lettura del romanzo può essere utile leggere (e a fine pagina ascoltare) l'intervista a Marco Di Porto, cura di Michele Lipori (redazione Confronti):

18 agosto 2021

Grecia, patria dell’anima



Titolo: RUMELIA Viaggi nella Grecia del Nord 

Autore: Patrick Leigh Fermor

Traduzione di: Daniele V. Filippi

Editore: Adelphi

Anno: 2021

Pagine: 291 





Di Matteo Nucci


KARDAMILI (Grecia). Nel 1964, sei anni dopo la pubblicazione del meraviglioso Mani. Viaggi nel Peloponneso, Patrick Leigh Fermor, eroe di guerra, avventuriero, scrittore di viaggio, acquistò un terreno davanti al mare di Kardamili, dove la penisola del Mani si affaccia nello Ionio, e vi costruì la casa in cui avrebbe vissuto fino alla morte (novantaseienne nel 2011), tranne i brevi periodi estivi in cui, assieme alla moglie Joan, tornava nei luoghi di origine (Worcestershire). Kardamili non è più il paese isolato dal mondo di cinquant'anni fa, ma mentre cerco le mura di pietra della casa che si intravedono fra gli alberi, il sogno che PLF aveva custodito brilla all'improvviso. La biblioteca dove Paddy, come era chiamato da tutti, lavorava ai suoi libri; i saloni dove con la moglie organizzava meravigliose cene; le vetrate aperte sul mare e in generale il progetto della casa, studiato su Vitruvio e sull'esperienza acquisita nei mille viaggi per la Grecia. Anni e anni che sogno di vedere tutto questo, ma anche stavolta sono costretto a rimandare. Donata al Museo Benaki perché gli studiosi possano trascorrere qui periodi di ricerca, casa Fermor è chiusa per via del Covid e nei dintorni è difficile avere notizie.


PATRICK LEIGH FERMOR NELLA PENISOLA DI MAINA, A SUD DEL PELOPONNESO. VIA PAGINA FACEBOOK @GREECEPHOTOWORSHOPS

Turisti passano ignari, motorini e macchine si affollano nel vialetto che scende verso la spiaggia e mi viene da pensare che anche qui stiano vincendo gli Elleni, per dirla sconsolatamente con le parole di Paddy. Stanno vincendo gli Elleni e non i Romaici. Il che significherebbe che siamo alla fine della vera Grecia. Misteriose parole? Per capire l'entità del malinconico timore da cui vengo preso mentre fra gli olivi di Kardamili sciama il turismo di inizio agosto sarà necessario leggere Rumelia. Viaggi nella Grecia del Nord (Adelphi, pp. 291, euro 20), perla assoluta per gli amanti di Grecia e gran libro di viaggio per chiunque, pubblicato da Paddy nel 1966 e finalmente tradotto in italiano da Daniele V. Filippi per Adelphi.


La prima edizione di Roumeli in greco. Traduzione di Lina Kasdalgi (Kedros Ekd.)

Già il titolo ci spinge sulla strada della scoperta. Romaico infatti è termine collegato strettamente a Rumelia. E Rumelia è, nell'accezione originaria che PLF sceglie di seguire, quell'ampia regione greca settentrionale che va "dal Bosforo al Mar Adriatico e dalla Macedonia al Golfo di Corinto". La Grecia profonda, dunque, in cui Paddy si avventurò innumerevoli volte maturando un amore sconfinato che sentiamo grondare a ogni pagina del libro. Romaico però non è semplicemente l'abitante della Rumelia. Non si capirebbe altrimenti in che senso il Romaico sia diverso dall'Elleno. PLF ci spiega accuratamente, in una delle tante divagazioni storico-letterarie che costituiscono la cifra del suo stile, in che senso si debba intendere l'appellativo. Da quando Costantino fondò una seconda capitale per il tardo Impero romano, i Greci presero a chiamarsi tanto "romei", ossia romani, quanto elleni. Lentamente, però, il termine "elleno" assunse il significato di pagano e tutti i Greci furono detti semplicemente Romei. Alla caduta di Bisanzio, poi, il termine "romeos" fu via via sostituito da "romiòs" e la lingua parlata tutti i giorni venne chiamata "romaico" "per contrasto con l'idioma arcaizzante e letterario della teologia". Infine, con l'indipendenza della Grecia dalla Turchia nel 1921 si ricominciò a usare l'appellativo Elleni, guardando ai fasti dell'antichità.



Il resto dell'articolo lo trovate sul Venerdì, ovvero QUI