Titolo: In un tempo di eterno presente
Autore: Eleftheria Sapountzi
Traduzione di: Viviana Sebastio
Editore: Ensemble
Anno: 2022
Pagine: 106
Titolo originale: Σε χρόνο αιωνίως ενεστώτα
Editore greco: Αλεξάνδρεια, 2003.
recensione di Nicola Basile
psicologo, psicanalista
Una voce torna da un lontano passato, chi la esprimeva non è presente ma un corpo sonoro la rende viva. È l’intreccio che viviamo quando la tessitura della poesia, fa breccia nel rumore della vita e ottiene ascolto. Poesia e sogno richiedono entrambi tessitura, ascolto e silenzio, affinché possano essere creati e narrati. Essi vivono di continui rimandi: la poesia permette al lettore di avvicinare l’assente fino a sentirlo pelle della propria pelle; il secondo porta in dota l’assenza di un tempo distinto e sollecita il passato a farsi odierna esperienza e l’oggi a mescolarsi con il dimenticato.
Italo Calvino imparava le poesie a memoria affinché esse potessero riemergere dalla dimenticanza rendendo la realtà segno dell’onirico. (1) Rilke scrive "le storie del Buon Dio" (2) affinché esse potessero essere narrate ai bambini. Lo scrivente narra le fiabe che ha letto e che si sono sedimentate nella sua memoria per uscire mai uguali a se stesse affinché l’ascoltatore le renda vive nel suo desiderio.