03 aprile 2023

Fuori dalle mura

di Enzo Di Brango

Graecia capta ferum victorem cepit” sentenziò Orazio nelle sue epistole convenendo che “artes intulit agresti Latio”; insomma Roma si preparò a diventare impero grazie alla cultura sussunta dei greci. Due millenni dopo, messe da parte le ambizioni imperiali (fortunatamente) la letteratura neogreca ha molto da offrire ai lettori non solo romani. Parliamo di due opere poetiche di per sé molto diverse ma entrambe immerse in quella cultura ancestrale ellenica ricca di grazia e, anche per questo, facilmente fruibile “fuori delle mura di Atene”. 

A ciò è necessario aggiungere la perizia, la bravura e la capacità divulgatrice di Viviana Maglio Sebastio, traduttrice di entrambi testi qui raccontati. Le spesso incomprensibili leggi del mercato relegano, quando va bene, il traduttore in citazioni che troppo di frequente passano inosservate al primo sguardo (non è il caso tuttavia del volume edito da Ensemble che cita la Sebastio in copertina: rara avis di cui felicitarsi con la casa editrice) non rendendo giustizia a una categoria che non fa sforzo solo di conoscenza tecnica ma che, per rendere fruibile un prodotto letterario, spesso ricorre ad abilità artistiche che con leggerezza molti ignorano.