Titolo: Gli Accartocciati
Autore: Thodoris Koukias
Traduzione di: Constantina Mavrou
Illustrazione di copertina di Silvia Baroncelli
Editore: MIMebù
Genere: romanzo di formazione
Anno: 2022
Pagine: 208
Disponibile in e-book
Titolo originale: Το μουσείο των αποξηραμένων συναισθημάτων
Editore greco: Κέδρος
Se la vita ti tratta come una cartaccia, è ora di scriverci sopra la tua storia
Sono felice di poter ospitare sul molo di Leggi la Grecia, Constantina Mavrou, traduttrice e fondatrice di LEgGICI. Con la sua visita Constantina Mavrou ci porta in dono Gli Accartocciati, il nuovo libro di Thodoris Koukias, da lei tradotto per MIMebù edizioni.
Continuate a leggere il post e ne saprete di più dalle parole della stessa traduttrice (e chi meglio di lei?):
Nefeli sente di non appartenere a nessun posto e a nessun gruppo, a volte nemmeno a sé stessa. È come se i colori nella sua vita stessero sbiadendo, assorbiti da uno di quegli acchiappacolore che sua madre usa in lavatrice. La sindrome di Asperger ha fatto guadagnare a Ionas il titolo di adolescente più strano della scuola. Forse non è in grado di allacciarsi le scarpe o sorridere, ma ha un’intelligenza impressionante. E soprattutto non mente mai. Poi c’è Adela, bella e indipendente. Per lei solitudine e discriminazione non sono novità, dal momento che per i suoi compagni è solo “l’albanese”. Essere outsider avvicina i tre amici, ma li rende anche un facile bersaglio per chi si sente minacciato dalla loro diversità (dalla quarta di copertina di Gli Accartocciati).
La protagonista del libro è Nefeli, una studentessa della prima superiore che segue la madre, di professione fiscalista, nei suoi spostamenti in giro per la Grecia. Questo la porta a cambiare costantemente scuola e di conseguenza a dover sempre adattarsi a nuovi ambienti. Sua madre, Lina, che, come dice Nefeli, è una carrierista, è una persona integra e severa che cerca di essere onesta e fare bene il suo lavoro. Tuttavia, nel corso del suo sviluppo professionale, perde, in qualche modo, il contatto con la sua famiglia.
Suo marito e padre di Nefeli, Luis, spagnolo di provenienza, non riesce a seguire la moglie in questo percorso di continui spostamenti; perciò, decide di stabilirsi su un’isola dell’Egeo. Questo porta i membri della famiglia a vivere separati.
La storia si svolge nella città dell’ultimo trasferimento di Lina.
Il passaggio dalla scuola media alla scuola superiore non è davvero un cambiamento per Nefeli, anche perché continua a vivere in solitudine. Alle medie è riuscita a farsi solo due amicizie, Ionas, un ragazzo con autismo, e Adela, una ragazza albanese. Due emarginati come lei. Ed è così che si cementa l’isolamento. La città è implacabile. Mette coloro che non osano seguire il flusso al loro posto. E Nefeli ha osato fare amicizia con Adela, figlia di una donna che per la comunità è di “dubbia morale”.
Quando alla fine i genitori di Nefeli divorziano definitivamente e suo padre, Luis, parte per la Spagna a causa della crisi economica, la sua situazione peggiora.
Inizia a sentirsi come “un museo di sentimenti accartocciati. Un museo che nessuno visitava perché aveva in esposizione oggetti noiosi. Un luogo in cui regnava il silenzio funebre. Un luogo indifferente, incolore, che non riesce a suscitare alcuna emozione”. Nefeli si rifiuta di parlare con sua madre, non vuole andare a scuola. Preferisce passare le sue giornate in completo isolamento.
La sua risalita fuori da questo pantano psicologico non sarà semplice e facile, sarà lenta e dolorosa.
Il libro di Thodoris Koukia penetra con grande successo nella vita delle persone adolescenti di oggi. Descrive in modo abile l’uso dei social media e il posto che occupano nella loro vita quotidiana. Riesce a descrivere i pensieri e i ripensamenti dell’adolescente, le paure e le insicurezze nascoste che emergono attraverso il proprio comportamento. Parla del bullismo, che avviene dentro e fuori le mura della scuola, in tante forme diverse, dirette e indirette. Tocca anche l’argomento della crisi finanziaria e le sue conseguenze che stanno ancora erodendo le famiglie greche e infine, in qualche modo solleva anche delle critiche verso la (a volte persino) pietrificata scuola greca i cui insegnanti somigliano a funzionari statali.
La trama è densa e il suo linguaggio è semplice. Comunica tutto ciò che vuole dire in modo molto diretto. Riesce a introdurre il pubblico lettore nel suo mondo e rispetta davvero l’adolescente.
Nel flusso del racconto e tra i suoi capitoli, viene costruita una seconda storia, una fiaba che si sviluppa nell’autonoma città di Carta, negli uffici del fisco, dove protagoniste e protagonisti sono i prodotti di consumo. Una storia che è di particolare interesse fino alla fine.
Il libro di Thodoris Koukia è un libro-documento del suo tempo che vale la pena leggere per conoscere meglio il mondo adolescenziale e le varie e spinose questioni sociali che ne derivano.
Due storie distinte che esprimono paure, sentimenti, preoccupazioni ma anche forza e determinazione, che alla fine si uniscono per creare un finale di positività.
Questo libro per me è stato un ritorno nel passato, nella mia adolescenza, in quelle che erano le mie paure, le mie preoccupazioni e mi ha fatto rendere conto di quanto tante cose, nonostante siamo in un’epoca completamente diversa da quella in cui io ho frequentato le superiori, siano esattamente uguali. Solitudine, bullismo, depressione, persino atti di autolesionismo, in un romanzo di formazione che alla fine porta alla speranza e alla consapevolezza.
Tradurre è il vero modo di leggere un testo.
(Italo Calvino)
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