09 maggio 2019

Breve diario di frontiera di Gazmend Kapllani




             
Titolo:Breve diario di frontiera
Autore: Gazmend Kapllani
Traduzione di: Maurizio De Rosa
Editore: Del Vecchio editore
Anno: 2015
Pagine: 186
Genere: narrativa

Titolo originale: Μικρό ημερολόγιο συνόρων
Editore greco: Λιβάνη, Αθήνα 2006







«Il mio difficile rapporto con le frontiere, con i confini, è cominciato piuttosto presto, già da quando ero un bambino. Infatti essere o meno affetto da questa sindrome è in gran parte anche una questione di fortuna: dipende da dove si nasce. Io sono nato in Albania»


Cosa fareste se vi fosse negata la libertà di scegliere i libri da leggere e la musica da ascoltare? E se i canali TV fossero solo quelli imposti dal regime, il cui «impegno principale è controllare, bloccare, punire»? Se sin da bambini vi avessero inculcato l’idea che il mondo è tutto lì, circoscritto nei confini della vostra nazione – e crederci sarebbe tra l'altro«un ottimo sistema per garantirsi l’integrità, sia fisica sia psicologica» –  come sareste cresciuti? Avreste cercato di fuggire o no? Leggendo il Breve diario di frontiera di Gazmend Kapllani avvertirete il peso della mancanza di libertà e il senso di frustrazione che nasce da questa assenza. Sentirete la fatica di vivere sotto la minaccia della delazione, che può arrivare anche da un proprio parente. Come da uno zio, dallo zio Jani per esempio, che nemico acerrimo dei nemici «della nazione e della rivoluzione», sospetta persino della povera nuora, quando nel sonno la sente pronunciare: «’Fanculo il partito!».

Gazmend Kapllani ci racconta la sua vita prima, durante e dopo la rocambolesca fuga a
piedi verso la Grecia, verso il «mondo-oltre-i-confini». Ci sentiamo partecipi di questa evasione attuata quando «varcare le frontiere di un Paese totalitario, qual era l’Albania fino al 1991, equivaleva a un miracolo o a un peccato mortale». 

Al fianco di Kapllani, ci sentiamo anche noi esuli e comprendiamo che «nel cuore del migrante albergano la paura, il sospetto, la violenza della fuga, la violenza del primo impatto con il Paese ospitante, la sensazione di essere indesiderato, il risentimento, la nostalgia».
La lettura è consigliata a tutti, anche – o soprattutto? – ai più giovani. Kapllani ci conduce a una riflessione sul valore della libertà e dell’accoglienza, sul pericolo dei luoghi comuni, sull’importanza della dignità di ogni essere umano, e lo fa attraverso una narrazione spiritosa e scorrevole, con tono lieve e «cuore pesante».



Kapllani è un vero e proprio caso di translinguismo letterario. Madrelingua albanese decide, infatti, di scrivere i suoi libri in lingua greca. La sua scelta sembra voler essere il farmaco a quella "sindrome delle frontiere", perché a differenza di esse, e per dirla con le parole di Antonio Prete, "la lingua è transitabile, aperta a ogni approdo, a ogni interrogazione, a ogni appropriazione".

La storia di Breve diario di frontiera ci consegna un esempio di speranza, di coraggio e di tenacia. L’autore è infatti riuscito a raggiungere la sua terra promessa, la Grecia, così come i territori della conoscenza, che gli erano stati per anni preclusi dall’ottuso regime totalitario. Kapllani si è laureato in Grecia, dove è stato docente universitario di Storia e cultura dell'Albania moderna Letteratura albanese ed editorialista dell'autorevole quotidiano Ta Nea. Oggi insegna Letteratura e Storia europea all'Università di Harvard, continua a scrivere libri e vive e lavora tra l’Europa e gli Stati Uniti d'America.

Con un clic QUI potete leggere la sia intervista per Leggi la Grecia.


Buona lettura!






https://www.libreriauniversitaria.it/breve-diario-frontiera-kapllani-gazmend/libro/9788861101449?a=425751





*Senza la traduzione abiteremmo province confinanti con il silenzio*
George Steiner






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